Tutto quello che ci circonda è design, ovvero ha richiesto una progettazione funzionale ed estetica. Fare caso ai piccoli successi di questo sforzo di progettazione, che migliora la nostra interazione con il mondo, è un hobby che mi porto dietro fin da bambina.
Oggi vorrei parlarvi della donna che ha insegnato alle macchine a tessere: si chiama Marienne Straub e, anche se forse non l’avete mai sentita nominare, da oggi farete più caso al suo lavoro come pattern designer e a quello dei suoi successori.
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Formazione tecnica di una donna designer
Marianne Straub nasce in Svizzera nel 1909, frequenta l’accademia di Zurigo con insegnanti che erano fuoriusciti dal Bauhaus, ma non è una pittrice. Fin dalla sua formazione, infatti, si dedica al telaio. La meccanica la affascina e lavora anche come tecnico aiutante in un mulino, ma deve trasferirsi a Bradford, in Inghilterra, nel 1932, per studiare al Technical College. Perché? Semplicemente, le scuole svizzere non accettavano donne per gli studi tecnici.
A Bradford, impara tutto sulle materie prime, soprattutto la lana, e sull’industria tessile dell’epoca. Dopo gli studi, non smette di interessarsi a mulini e macchine tessili, nell’ottica della produzione di massa.
Quando nel 1950 inizia a lavorare per la Warner&Sons, un’importante industria tessile britannica che si dedicava soprattutto alla tessitura della seta e dei velluti per l’arredamento di lusso, il mercato si stava spostando sul mercato destinato all’uso di massa. In particolare, ricevevano commissioni per tessuti destinati ai luoghi pubblici, come l’arredamento di scuole o dei trasporti.
Dal telaio la macchina: il pattern design che non passa dai pennelli
Il processo di creazione di un pattern passa spesso da una matita o dai pennelli, ma non è così nel caso di Marianne Straub. Lei aveva nel suo studio un telaio e con quello manipolava direttamente i filati per creare disegni in intreccio. Lei stessa racconta che il suo modo di procedere aveva diversi vantaggi: intanto, conosceva le materie prime e le valutava a seconda dell’uso che se ne sarebbe fatto. Inoltre, poteva portare al cliente il progetto già finito, disegno, colori, materiali e metodo di tessitura inclusi, così nessuna industria tessile, di fronte al progetto, avrebbe potuto dire: “Non posso farlo”. In quel caso, lei avrebbe semplicemente insegnato alla macchina a fare ciò che lei aveva già realizzato a mano.
Non le piaceva lavorare come pattern designer freelance, preferiva lavorare direttamente in industria, perché voleva il controllo di tutte le fasi della produzione, a partire dalla scelta delle materie prime e dalla considerazione dei costi.
Non le è mai interessato disegnare per la moda: la sua passione era l’architettura degli spazi pubblici. Il suo stile è moderno, fortemente radicato nell’estetica e nella storia del design europeo. A differenza di altri designer inglesi, che cedevano al fascino dell’esotico, lei ha sempre detto che si sarebbe sentita disonesta nell’usare motivi etnici, perché “non è la nostra calligrafia”.
Undergroud: il cuore londinese veste Straub
Tra il 1969 e il 1970, la metropolitana di Londra ha vestito un pattern di Marienne Straub. Sulla Piccadilly, a dire il vero,le poltroncine hanno continuato ad avere la stessa moquette anche negli anni ’80, e forse qualcuno di voi ancora la ricorda.
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