Il verde ha vissuto fortune alterne nella storia del costume e nell’arte: amato e odiato, associato a significati spesso opposti, il verde è un colore sfuggente, ma ricchissimo. Oggi vi racconto alcuni dei suoi segreti.
Il verde è un colore secondario
Si fa presto a dire Verde. Quale verde? Ne esistono centinaia. Certo, abbiamo lo stesso problema con quasi tutti i colori, ma per i colori secondari, ossia quelli derivati dalla miscela di due colori primari, la frammentazione delle possibilità richiede che si sia pronti a specificare: verde prato, verde smeraldo, verde limone, verde acqua…fino al verde muschio e al verde oliva, che addirittura richiedono l’intervento di un terzo colore.
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Andiamo con ordine e iniziamo dalla composizione: il verde è il risultato della miscela fra il blu primario (che in stampa, lo ricordo, è chiamato Cyano) e il giallo primario. La miscela al 50% rende un verde che definirei prato, un bel verde vegetale e vivo, come quello dei pennarelli che usano i bambini per le chiome degli alberi. Ed a questo che pensate, quando si dice verde, alle foglie delle piante, ma, per quanto questo accostamento possa sembrare scontato, non è sempre stato il più diffuso.
Il Verde nella storia del costume e dell’arte
Nella storia, il verde è, come dice Michel Pastoureau, un colore che nasconde le sue intenzioni, all’apparenza tranquillo. Il clero lo ha codificato dedicandolo ai paramenti delle domeniche comuni, e Goethe lo raccomanda per le camere da letto. Eppure, il verde non è sempre un colore neutro e rilassante.
Anticamente, il verde si otteneva da tinture vegetali, che però erano poco stabili e perdevano quasi subito brillantezza. Nel Rinascimento, per la pittura, si ottenevano le tonalità di azzurro-verde a partire dall’azzurrite o dall’indaco, mescolati con il giallo orpimento, come ci spiega Cennini nel Libro dell’Arte, che cita anche il verde terra, che altro non era che un’ocra naturale dalla tonalità verdognola.
In ogni caso, il verde era considerato un colore sfuggente e, come il blu, ha conosciuto fortune alterne. Nell’alto medioevo non era apprezzato e rappresentava spesso sentimenti negativi, come la follia, l’invidia, il tradimento. Il suo uso divenne più frequente nel XIII secolo, quando venne introdotto anche nell’araldica e, come variante del blu, nella colorazione dei tessuti. In questo caso, però, si trattava di nuovo di tinture poco stabili e ossidabili, come quelle ottenute dal rame. Per questo motivo, anche dopo il 1400, veniva considerato un colore inaffidabile ed eccentrico da vestire, eccetto, forse, in Germania,come testimoniano queste stupende carte da gioco (Stuttgarter Kartenspiel,1430 circa).
Insomma, il verde è un colore eccentrico e inaffidabile…Come la sorte.
Non a caso a partire dal XVI secolo, si cominciò ad usare il verde per ricoprire i tavoli da gioco. In questa sua accezione, il verde assume il significato incerto di Fortuna, che sia buona o mala sorte, di ricchezza (guardate il colore dei dollari) e di povertà (si dice “essere al verde”) allo stesso tempo.
Il verde e la Natura: quando nasce questa associazione?
Questo che per noi è diventato un automatismo, verde=natura, è un concetto relativamente recente in occidente. In medio oriente e nell’islam, il verde è fin da subito il colore del paradiso e del profeta, il diretto richiamo alla ricchezza proveniente da una terra coltivabile che dà frutto senza sforzo, ma in occidente il mondo naturale era concepito come equilibrio di aria, terra, fuoco e acqua, e il verde era al massimo una stagione transitoria.
Bisogna aspettare l’illuminismo, prima, e il romanticismo, poi, per conoscere un nuovo concetto di verde, collegato al mondo vegetale e all’ambiente.
Fra XVIII e XIX secolo si comincia anche a vederlo usato per le scienze, come la farmacia e la medicina, che rivendicano il loro legame con una natura oggettivamente osservata e studiata, da cui si traggono le leggi della chimica e i principi attivi.
Oggi troviamo il verde affibbiato a qualsiasi cosa debba richiamare il concetto di ecologia spesso su oggetti che di ecologico non hanno niente: la benzina, i cassonetti, persino il McDonalds, che, per riscattare il marchio dell’infamia del cibo artificiale e insalubre, ha cambiato la sua insegna in molti paese europei, abbandonando il rosso e giallo per passare al marrone e verde (non ditemi che non lo avevate notato).
Come trovare il verde giusto
In tutto ciò, sopravvive fino ad oggi una certa diffidenza nei confronti del verde. Nella moda è un colore usato con parsimonia e, talvolta, con grande coraggio, proprio per ribadire che sì, è pericoloso, ma “io posso”.
Eppure, sarebbe facile trovare il giusto verde per ognuno di noi. Questo, per esempio, è il mio: profondo e scuro, come il verde bottiglia, ma con accenti molto brillanti, come lo smeraldo: credo si addica alle carnagioni olivastre, ma anche alla pelle delicata di chi ha i capelli rossi.
E per l’arredamento, confessate, chi di voi non cederebbe al verde salvia o al dettaglio verde tiffany?
Il verde ha più personalità di quel che si crede: fate mente locale, quale potrebbe essere il vostro? Cercatelo e usatelo, magari al posto del blu: ne guadagnerete in originalità e carisma.
Il Verde Artistante
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