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La seta è bava di bruco: ditemi voi se già questo non basta come incipit di una storia interessante. Ve ne racconto una piccola parte, qui, su #artistantecolore.

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

La seta oggi in Italia

Iniziamo dalla fine: in Italia, non si produceva più la seta dall’ultimo dopo guerra. Abbiamo continuato a tessere il filato, che compriamo per lo più in Cina, ma solo nell’ultimo decennio alcuni piccoli imprenditori e cooperative hanno reintrodotto in Italia la bachicoltura, alcuni con intenti industriali non ancora del tutto espressi, altri per amore della tradizione dell’artigianato artistico (trova i riferimenti in fondo all’articolo).

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

Il declino della seta in Italia ha a che fare con molti fattori, dai pesticidi utili ai frutteti, che però hanno decimato i gelsi, fino alla concorrenza cinese e alla difficoltà di organizzare un lavoro che veniva gestito in campagna, affidato, casa per casa, soprattutto a donne e bambini, e che ha mal tollerato la forte urbanizzazione degli anni ‘60.

Per farci un’idea, negli anni ‘50 solamente in Veneto c’erano 40.000 aziende agricole che allevavano bachi da seta, integrando il magro reddito di contadini e mezzadri, tutte rapidamente scomparse nel decennio successivo.

Evidentemente, però, non tutti erano pronti a gettare la spugna, perché il Centro ricerche Agricole ha per decenni conservato i “cavalieri”, ossia 193 diverse razze di Bombyx Mori, la falena della seta, e li sta ora mettendo a disposizione di chi vuole ricominciare ad allevarli.

Come si allevano i bachi da seta

Se credete che sia un lavoro semplice è perché non conoscete queste larve capricciose. Partiamo con il dire che le razze addomesticate sono state selezionate per avere un ciclo di vita molto più rapido di quello naturale e per produrre molta più seta, ma questo le ha rese creature molto fragili e suscettibili a diverse malattie. Le falene adulte sono creature così delicate, che non sono neppure capaci di volare. Depongono circa 500 uova dalle quali, in pochi giorni, nascono delle larve piccolissime, a malapena visibili ad occhio nudo, che fanno una sola cosa: mangiare.

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Sono così fameliche, che nei capannoni dove vengono nutrite, esclusivamente a foglie di gelso, si sente un rumore costante, come di acqua scrosciante. Le foglie devono essere asciutte, ma fresche e, soprattutto, non calde di sole, o le larve potrebbero morire. Si calcola che per produrre un chilo di filato siano necessari 220 chili di foglie.

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

Dopo aver più che decuplicato le loro dimensioni nel giro di poche settimane, i bachi sono pronti per imbozzolarsi. Cominciano a produrre il bozzolo con un unico, lunghissimo filamento di bava, protetto dalla sericina, una specie di gomma che rende compatti i bozzoli. Sapete quanto è lungo ognuno di questi filamenti? Dipende dalla razza. Quella pura arriva alla bellezza di 250 metri, ma un “cavaliere ibrido” ne può produrre 1200 e, per crescere, ci ha messo solo 28 giorni. Una macchina.

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Come si produce la seta

Quando il bozzolo è pronto, lo si ripulisce dalla peluria esterna (che potrà servire per delle imbottiture) e quindi il baco viene ucciso con vapore ad alte temperature, prima che rischi di rovinare il suo stesso capolavoro, tagliandolo dall’interno per uscire come falena. Poi il bozzolo viene immerso in acqua bollente, per dissolvere la sericina e trovare il capofilo: un tempo, erano le ragazzine a compiere questa delicata operazione, immergendo le mani nell’acqua bollente. Abbiamo ancora le immagini di questa dolorosissima fase, per esempio grazie ai documentari sull’industria serica italiana dell’istituto Luce, roba, insomma, di 60 anni fa. Ora immaginate lo stesso identico gesto, ma, al posto della filandera lombarda o veneta, metteteci una ragazzina cinese del 5000 a.C: le stesse dita scorticate, per 7mila anni.

Storia della Seta: dalla Cina, 7.000 anni fa

Sebbene la sericoltura sia arrivata in occidente solo nel VI secolo d.C., tramite l’Impero Bizantino, in Cina il procedimento era noto da millenni. La leggenda narra che a scoprirne il segreto fu una giovane imperatrice che sorseggiava il suo tè sotto ad un albero di gelso. Un bozzolo cadde nella tazza calda e, magia, si disfece in una matassa di cui lei trovò il capo, per poi svolgerlo per tutto il giardino.

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

Leggende a parte, sappiamo che il baco da seta veniva allevato già nel neolitico da alcuni reperti archeologici: non abbiamo trovato la seta, che ovviamente è soggetta a decomposizione, ma sono stati rinvenuti alcuni attrezzi e addirittura immagini dipinte su ceramica che potrebbero riferirsi alla bachicoltura.

Tutto ciò che possiamo ricavare sulla storia della seta in Cina si ricollega a due aspetti fondamentali, sopravvissuti fino a tempi recenti: la seta è sacra e la seta è femmina. Si ha notizia di una divinità femminile della seta dal XVI secolo a.C. e molti proverbi cinesi, così come le incisioni sugli ossi oracolari, ripropongono la stessa immagine: l’uomo ara, la donna fila e tesse – e, in questo modo, paga le tasse.

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

Seta: Seduzione e Arte

Essendo femmina, la seta seduce. Il concetto era talmente ovvio, che nei secoli intorno alla nascita di Cristo i cinesi ci avevano fondato un’intera strategia difensiva. Stanchi e provati dalle incursioni degli Xiongnu, nomadi della mongolia settentrionale, i cinesi pensarono bene di cominciare a riempirli di regali, soprattutto di seta, un bene che per i guerrieri mongoli non aveva nessuna utilità. Eppure, i mongoli cominciarono a vendere i propri cavalli ai cinesi per ottenere altra seta. I cinesi non ne furono sorpresi. Un funzionario Han, nell’81 a.C. scrisse: “ un pezzo di seta cinese semplice può essere scambiato con Xiongnu per beni che valgono molti pezzi d’oro, e così si vanno a intaccare le risorse del nemico. Muli, asini e cammelli penetrano la frontiera, e così i cavalli, ed entrano in nostro possesso”.

La seta: lavorazione della seta e storia. Storia dell'arte e del design ARTISTANTE

Come in questa occasione, sappiamo bene che la seta è protagonista per millenni di scambi commerciali e strategie economiche e politiche, al pari dell’oro. E, come l’oro, è stata anche espressione artistica. Fin da tempi molto antichi, una volta preparato, il panno di seta veniva adornato con disegni e pattern, utilizzando tinte di origine minerale o inchiostro nero, ricavato spesso dalla fuliggine. Quest’ultimo era utilizzato per la calligrafia, che rientrava tra i principali utilizzi della pittura su seta. Essendo la carta poco utilizzata, interi poemi sono stati scritti su seta, quindi in Cina la seta fu protagonista di almeno tre diverse espressioni artistiche: la pittura, il ricamo e la letteratura.

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Alcune imprese e cooperative hanno riportato la bachicoltura in Italia

Ad esempio:
In Veneto: Seta Etica
In Calabria: Nido di Seta

Piccole note storiche sulla bachicoltura in Lombardia, grazie a @LaMerlettaia su Twitter:

Dell’importanza della seta nei secoli passati anche in terra milanese, resta memoria nei detti popolari. Il più famoso: “A Milan anca i murun fan l’uga” (A Milano anche i gelsi fanno l’uva), come a dire che in questa città si produce ricchezza per l’operosità della sua gente.

Nei testamenti dei secoli passati, si citavano le viti e i gelsi: entrambi erano fonti di ricchezza. Anche nelle relazioni delle visite pastorali nell’estesa diocesi milanese venivano citati i gelsi e il loro numero:come fonte di reddito per i curati,veniva censita a fini fiscali.

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