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Confezioni: il packaging diventa una risorsa

Confezioni: il packaging diventa una risorsa

Confezioni regalo Artistante: belle, artigianali e solidali

Il packaging è importante, ma…

Il packaging è parte dell’esperienza di acquisto: me lo ripetono da quando ho aperto lo shop online e hanno assolutamente ragione. La confezione regalo è qualcosa cui non posso rinunciare, perché nella cura della confezione metto quel tocco in più che rende l’oggetto un fatto intimo e personale.

Non è facile, però, trovare la confezione giusta. Belle, sì, ce ne sono tante, ma cosa significa produrre packaging? In sostanza, si stanno impiegando risorse per qualcosa che finisce nella spazzatura, innalzando i costi e aumentando lo scarto.

Esiste un modo per dare un valore alla confezione, trasformandola da spreco in risorsa?

Me lo sono chiesta per tre anni, e ora ho trovato la risposta: una soluzione di cui vado orgogliosa.

Confezioni regalo artigianali SOLIDALI -Artistante
Confezioni regalo Artistante: belle, artigianali e solidali

Solidarietà e Artigianato: vi presento le nuove confezioni

 

Le nuove confezioni dei foulard e delle sciarpe sono bellissime, per un sacco di motivi che ci tengo ad elencare.

 

  1. Sono fatte a mano. E che mani!
  2. Sono state create nel laboratorio del centro diurno Angori, a Castiglione Fiorentino. A crearle sono stati i pazienti con gravi disabilità psichiche e fisiche, che negli anni, grazie alla guida di G., hanno imparato un mestiere che li tiene uniti e li appassiona.
  3. Per realizzare le mie confezioni, hanno scelto la carta di gelso, morbida e delicata, che sembra quasi tessuto.
  4. Le hanno progettare con una struttura robusta, in modo che siano facili da spedire e arrivino sempre integre a destinazione.
  5. Sono perfette, anche se imperfette, perché l’artigianato è così, e spero che vengano apprezzate e riutilizzate, invece che gettate via.
  6. Non hanno nessun logo sull’esterno: così, se riutilizzerete la vostra confezione, potrete etichettarla a piacimento e personalizzarla.
  7. Ma, anche se deciderete di gettarla (con la carta!), non importa: questa è una confezione che non costituisce MAI uno spreco, perché essere una cliente del laboratorio mi consente di supportarlo.

 

Ecco dunque la risposta: la solidarietà, unita all’amore per l’artigianato.

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La lotta ai tumori si avvale di una ricerca scientifica sempre più avanzata e di soluzioni sempre più efficaci, ma l’arma migliore rimane la prevenzione.

Per questo, quando ho dovuto pensare ad un artwork per la LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori), ho cercato di rappresentare l’amore per il proprio corpo, come strumento centrale della prevenzione. Amare il proprio corpo significa ascoltarlo. Il nostro corpo muta di continuo, con l’età e con le fasi della vita, e solo conoscendolo e prestando attenzione ai piccoli segnali è possibile coglierne le esigenze. Ma non tutto si può conoscere ad intuito: per questo è importantissimo indagare, a scadenze regolari, il nostro stato generale di salute. Il vostro medico saprà consigliarvi, a seconda del sesso e dell’età, quali controlli è utile eseguire. Ciò che più conta, come sempre, è la consapevolezza.

Ringrazio di cuore la D.ssa Giorgia Buselli presso l’Associazione Metropolitana LILT di bologna, che ha voluto coinvolgermi. Sono felice e particolarmente orgogliosa di questo mio piccolo contributo.

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Backstage: le sciarpe DIPLART sotto i riflettori!

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Backstage per il nuovo formato di Sciarpe Diplart in seta-lana: il dietro le quinte

Questa è la mia prima volta!

Siete mai stati su un set fotografico? Questa è la mia prima volta! Non è la prima di Artistante: i miei foulard erano già stati fotografati a Roma, in un periodo in cui gli spostamenti fra regioni erano ancora difficili, a causa della pandemia di COVID-19. Per questo, non avevo potuto raggiungere il set, il che mi aveva lasciata con qualche rimpianto e molta curiosità.

Voglio usare questo post per prendermi degli appunti e farne tesoro, quindi scriverò qui cosa ho azzeccato, cosa ho imparato, e anche cosa ho sbagliato in questa prima divertentissima esperienza dietro le quinte.

Una prima volta anche per il formato

Ho proposto più volte le Diplart, in diverse versioni e diversi materiali, perché adoro i contrasti e perché il double-face è il modo più immediato di proporre un’alternativa. In più, soprattutto in inverno, sommare due strati di tessuto fornisce la giusta consistenza ad una sciarpa davvero comoda e coprente. Ovviamente, è importante scegliere un materiale che sia gradevole al tatto e morbido sulla pelle, soprattutto a contatto con viso. Per non sbagliare, per la nuova versione delle DIPLART ho scelto un filato misto seta-lana al 50%, prodotto, stampato e confezionato a Como.

Prima volta per il misto seta, e prima volta anche per il formato: compatto, classico, adatto al pubblico maschile quanto a quello femminile. Insomma, il mio primo formato UNISEX. Del resto, ero stufa di dare un genere alle mie sciarpe: quale capo è più trasversale? 

Quanto alle fantasie, non mi sono preoccupata di adattarle ad un genere: come al solito, sono accese e invitanti, parlano di storie a colori e di un grande amore per i contrasti e per l’armonia. 

Sciarpe seta-lana UNISEX ARTISTANTE

Ovvietà che si confermano

Il prodotto c’è, ora va rappresentato.  Per il servizio fotografico, questa volta ho deciso di spostarmi a Lucca, nello studio di Massimo Tessandori Bernini e, raccontandovi come è andata, voglio partire da una considerazione ovvia, ma non scontata.

Quando un compito sembra semplice, è perché qualcuno si è complicato la vita per renderlo tale.

Lo dico proprio io, che, in prima istanza, mi do da fare da sola e cerco la soluzione “fatta in casa”.  Grazie a questo atteggiamento, ho acquisito abilità che, con il tempo, sono diventate il mio mestiere. Per tutte le altre, mi piace smanettare, informarmi, farmi una mia idea, ma poi passo la palla ai professionisti.

Chi è il professionista? È quello che per anni si è complicato la vita per diventare esperto nel proprio settore, così, quando arriviamo noi sprovveduti a chiedere un servizio, troviamo la strada spianata.

L’impressione che ho ricavato, dopo tre ore e mezza di scatti, è che tutti sapessero cosa fare e che lo facessero con grande efficacia, rapidità, semplicità, persino divertendosi. Io stessa, che in quell’ambiente figuro un po’ come un ippopotamo in una sala da tè, mi sono divertita, perché tutto mi sembrava facile ed immediato.

In verità non lo è affatto, ma un flusso di lavoro collaudato fa risparmiare tempo e stress.

Ritmo!

Tutto era sincronizzato: soltanto io, qua e là, ho perso il ritmo.

Non avevo ragionato abbastanza su alcuni dettagli e ora, riguardando i provini, mi saltano all’occhio particolari che non quadrano.  Nel complesso poco importa, ho tanti scatti tra cui scegliere, ma sono sviste che con un po’ più di esperienza non avrei commesso. Ad esempio: perché diavolo ho fatto sedere la modella con il trench addosso? E perché la sciarpa a volte è piegata in mezzi, a volte in quarti? Perché non ho cambiato nodo, da giro a cappio, fra una foto e l’altra? E quegli angolini girati a rovescio, come mi sono sfuggiti? E via dicendo.

Se avessi avuto più tempo, più pause, sarei riuscita ad evitare le sviste? Forse qualcuna, perché non sono abituata al ritmo di lavoro che c’è sul set fotografico, ma non tutte. Semplicemente, mi mancava l’esperienza. La prossima volta, mi armerò di check list: magari con il tempo diventerò una brava segretaria di produzione.

Ferramenta ed effetti collaterali

Non è come sembra: come per ogni rappresentazione, il grosso del lavoro non è  in pedana e, fuori dalla pedana, è tutto un manipolare di ferramenta. C’è tanto hardware e molta, molta pratica. Magari non ci si sporca come quando si dipinge, ma non c’è poi tanta differenza.

Stare in mezzo a tutta quella attrezzatura mi ha fatto venire voglia di rinnovae la mia. Improvvisamente, voglio cambiare i miei monitor e risistemare lo studio, modificando tutti gli spazi e tutti i piani di appoggio.

L’invidia dell’hardware è uno degli effetti collaterali cui vado più soggetta in qualsiasi studio professionale che abbia a che fare con la creatività o con la progettazione. Si tratta di un’illusione che spinge a pensare che possedere TUTTA la strumentazione possibile dia automaticamente dei vantaggi. Eppure, proprio guardando Massimo, si capisce subito che non è una questione di quantità, ma di affinare solo quegli strumenti che si adattano al proprio stile e al proprio scopo. E non tutto può essere acquistato in un negozio di elettronica. 

Detto ciò, sto forse per compare un monitor con una gestione del colore che simuli la quadricromia, anche se in 20 anni ho imparato a farne a meno? Forse sì.

Il tessile e la chimica: a che punto siamo?

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L’industria tessile in Italia e l’evoluzione ideologica

L’industria tessile e dell’abbigliamento rappresenta uno dei settori più importanti dell’industria manifatturiera italiana, primato che le spetta da secoli e che caratterizza il Made in Italy, in questo settore, come uno dei più prestigiosi al mondo, forte di una tradizione apprezzata sia in occidente che in oriente.

La filiera tessile è fortemente radicata nel nostro territorio: penso principalmente ai distretti industriali di Prato, Biella, Como, ma ce ne sono molti altri che vantano una lunga tradizione che, negli ultimi decenni, ha dovuto fare i conti con l’innovazione tecnologica, ma anche ideologica.

Parlo di innovazione ideologica riferendomi ai movimenti che hanno portato ad una crescente attenzione per la sostenibilità della produzione tessile e per la tutela tanto dell’ambiente, quanto della salute del consumatore.

Negli ultimi 20 anni il tema della sostenibilità è letteralmente esploso, e non poteva non coinvolgere un argomento a me molto caro: i colori. Se leggete il ColorBlog, vi sarete già imbattuti in considerazioni che riguardano la tossicità dei pigmenti e dei colori industriali e di come la ricerca si stia muovendo per ottenere colori atossici.

La ricerca, però, è ancora lontana dal proporre coloranti industriali privi di rischi. Per questo motivo, enti internazionali e la stessa CE si stanno dotando di regolamenti appositi, con lo scopo di valutare il rischio delle diverse sostanze chimiche utilizzante nei processi industriali, abolire l’utilizzo di quelli più pericolosi, e promuovere l’utilizzo di processi produttivi sempre più ecologici e sicuri.

Certificazione REACH e le campagne per la moda sostenibile
certificazione REACH

Il regolamento REACH: cosa è e perché è importante

Il Regolamento (CE) n.1907/2006, cosiddetto REACH, è una normativa in vigore dal 2007 che stabilisce quali sostanze e quali composti chimici possano essere utilizzati nei processi industriali in Europa e con quali modalità. 

REACH sta per Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals, e non è una semplice certificazione, ma non regolamento comporto da 141 articoli, molti dei quali interessano da vicino il comportato tessile. Il regolamento viene continuamente aggiornato e ha diversi scopi:

  • Informare circa il rischio derivato dall’utilizzo di determinati prodotti chimici, sia rispetto alla salute che rispetto all’ambiente, e prevenire tale rischio.
  • Promuovere le sviluppo di metodi alternativi di produzione, ma anche di test: scoraggia, infati, i test condotti digli animali.
  • Mantenere alta la competitività dei prodotti europei, puntando sulla qualità, la sicurezza e la sostenibilità.

Si tratta, quindi, di un passo molto importante verso una rivoluzione ecologica, anche se ancora non è ancora sufficiente.

Detox my fashion: il movimento che vuole rivoluzionare il tessile

Nel 2011 GreenPeace ha dato vita ad un movimento che va al di là dei confini europei: con Detox My Fashion si punta ad una moda più sostenibile e si cerca di stravolgere i criteri produttivi, intervenendo soprattutto sulle filiere della fast fashion e delle grandi maison di moda. E, a differenza del regolamento europeo, Detox my fashion si rivolge al mercato globale e vuole coinvolgere anche paesi come la Cina e l’India.

detox my fashion

Oltre ai regolamenti: per la rivoluzione ecologica, occorre investire nella ricerca.

Stiamo quindi assistendo ad un ripensamento di tutti i processi produttivi, secondo linee guida virtuose. Ma quando si parla di rivoluzione sostenibile dell’industria, non è possibile escludere dal contesto la ricerca scientifica e tecnologica. Ingenuamente, si tende ad attribuire una corrispondenza tra alta tecnologia e inquinamento e, per contro, ad assimilare il “naturale” a qualcosa di sicuro ed atossico per noi e per l’ambiente. Niente di più sbagliato: come molti di voi già sanno, la maggior parte dei pigmenti in uso fin dall’antichità sono velenosi e fortemente tossici, sebbene naturali e non frutto di processi chimici.

Finché non si investirà fortemente nella ricerca, non si può fare molto altro che evitare sostanze chimiche pericolose usandone altre meno pericolose, che è già un ottimo passo avanti, ma non è la soluzione. Oppure, possiamo aspettare che nuovi pigmenti, finalmente atossici vengano fuori per caso, come è successo per il Blu YInMg. Ma ci conviene?

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Un Lookbook per i Foulard Artistante

Un Lookbook per i Foulard Artistante

La mia idea di bellezza ha a che fare con l’aspirazione alla felicità e con la spontanea ricerca di un modo personale di comunicare. La vita non è certo rose e fiori ed essere felici non significa essere sereni e pacifici come una vacca indù, ma la ricerca del bene e del bello fa sì che ogni attimo possa essere interpretato come una possibilità di migliorarsi e di riconoscersi in ciò che si è e che si fa.

Per questo, per il lookbook della collezione Foulard ho scelto di rinunciare a qualsiasi sofisticazione: il trucco e l’utfit delle modelle sono semplici, le loro espressioni a tratti concentrate, a tratti illuminate da una risata spontanea. Il vento di una giornata capricciosa ha contribuito a rendere alcune pose ancora più naturali.

Come già sapete, il servizio fotografico doveva essere relalizzato a novembre 2020 ed è stato rimandato più volte a causa della pandemia. È stato difficile non avere le foto pronte per il Natale e mi sono dovuta arrangiare in modi diversi, ma l’attesa è stata ricompensata.

Sono felice di presentarvi qui il risultato.

foulard portato al collo con una maglietta bianca
Foulard di seta portato al collo come cravatta ARTISTANTE
Come indossare il foulard sulla camicia bianca, moda estate, ARTISTANTE
foulard di seta indossato al collo su tshirt bianca  ARTISTANTE
Foulard di seta colorati, collezione Artistante, made in Italy, Fontana di Trevi
Foulard di seta legato alla borsa ARTISTANTE
Foulard di seta nei capelli per legare la coda ARTISTANTE
foulard di seta legato alla borsa, trend moda, ARTISTANTE
Foulard seta portato alla borsa, stile ARTISTANTE
Moda foulard, portato nei capelli, ARTISTANTE
Foulard indossato in testa, look pirata, ARTISTANTE
Indossare il foulard di seta con un outfit casual - ARTISTANTE

Credits:

Foto @visualprolab

Fashion stylist @anastasiya.basharova
Makeup artist @ruslanaregi

Modelle
@isthatxim
@giorgiapaalla

Artistante per la moda Positano

Artistante per la moda Positano

Pattern a limoni: fantasia mediterranea per tessuto, moda mare Positano by ARTISTANTE

Nel mio percorso come Graphic Designer, tra tutte le attività che ho svolto ho sempre subito il fascino del pattern design per tessuto. In un certo senso, poter disegnare per l’abbigliamento è come donare una terza dimensione ad un artwork, dandogli l’opportunità di acquisire anche la personalità del taglio sartoriale. Questo è uno dei motivi per cui, fondando Artistante, ho voluto concentrare una buona parte dell’attività artistica nella produzione di tessuti, concentrandomi su quelli naturali, come la seta, che mi ha dato la possibilità di creare la mia prima collezione di Foulard.

L’abbigliamento è un settore complesso che io sto ancora scoprendo, ma di certo non ha segreti per una sartoria dalla lunga tradizione come Rosetta Moda Positano. Nell’attesa che Artistante cresca e che io possa inaugurare la mia prima linea di abbigliamento, sono davvero orgogliosa di continuare la collaborazione con Rosetta Moda Positano, che anche per la stagione 2021 ha scelto tre dei miei pattern.

Vedi anche la collezione 2020

Ecco una veloce carrellata dei miei pattern per la moda Positano, che ci porta dritti dritti fra le braccia dell’estate mediterranea.

Pattern design: fantasie su tessuto per la moda Positano - ARTISTANTE

Fantasia Testa Marina

Pattern design per Rosetta Moda Positano

 Questa fantasia nasce dalla tradizione. Ispirata alle maioliche campane e ai colori della costiera di Positano, è un gioco di losanghe che si va a chiudere in un rosone ornato di teste femminili.

Pattern design: fantasie su tessuto per la moda Positano - ARTISTANTE

Fantasia Verde Melograno

Pattern design per Rosetta Moda Positano

Un intreccio vegetale su cui predomina il verde smeraldo, con spighe dorate e dettagli arancioni sui frutti. Il fondo nero risalta i riflessi delle foglie.

Pattern design: fantasie su tessuto per la moda Positano - ARTISTANTE

Fantasia Limoni Positano

Pattern design per Rosetta Moda Positano

Intramontabili Limoni! Luminosi, turgidi e succosi, i limoni rappresentano l’energia vitale del sole. Il delicato intreccio turchese si sposa alla perfezione con l’effimera leggerezza delle zagare.

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