IV. L’Imperatore
La figura dell’Imperatore mi ha creato non poche difficoltà. Nella prima stesura, lo avevo rappresentato seduto, anzi, sbragato sul trono con le sembianze animalesche di un uomo-porcello: trasmetteva potere, forse, ma non autorità.
Il mio problema con l’autorità, del resto, si era già manifestato nei precedenti arcani, e nell’imperatore è esploso in satira. Con la mente fredda, terminato il primo giro, ho voluto rivedere questa carta, per concentrarmi di più sul significato che volevo trasmettesse.
Nella seconda versione, l’Imperatore è rappresentato in piedi, perché non può riposare. Appare slanciato, con un copricapo sormontato da corna di ariete. Egli è forte e instancabile, ma non brutale: è pur sempre il capo delle pecore, non un leone. L’armadillo è il suo animale guida: corazzato e antico, non è un attaccabrighe, ma sa come difendersi.
L’Imperatore mi parla un potere cauto, di diplomazia e mediazione: non un trascinatore di popoli, ma un esempio di onestà.