XVII. La Stella
Quando ho iniziato a disegnare la Stella, la mia mente è andata immediatamente alla creazione e all’immensità del cosmo, in cui l’uomo appare perso.
Paragonati all’universo, siamo meno influenti di un singolo granello di sabbia su una spiaggia. Eppure, qualcosa ci differenzia dalla polvere, ed è la consapovelezza. È come se il granello di sabbia si fosse messo a pensare e fosse stato in grado di concepire, non solo i granelli che gli stanno accanto, ma l’intera spiaggia.
Questo processo, che ci ha promossi da naufraghi del caso, a naviganti del cosmo, è iniziato con le prime domande, cui abbiamo cercato di dare le prime risposte con i miti cosmologici.
La mitologia rappresenta il primo tentativo umano di affermare il proprio posto nell’universo e nel mistero della vita. Trasposto a livello individuale, rappresenta il momento della prima domanda, “chi sono?”, che strappa la mente da una situazione di passiva esistenza e la spinge sulla strada della consapevolezza.
In onore di questo passaggio fondamentale, ho voluto rappresentare questo arcano con un animale mitologico, una via di mezzo tra il Quetzalcoatl azteco e un dragone orientale, nell’atto di seminare stelle per il firmamento e, metaforicamente, luci sulla nostra strada.