XI. La Forza
Un tempio che si regge su colonne possenti, con bassorilievi che rappresentano chimere dalla testa leonina, fanno da cornice all’azione, in cui una donna nuda, con facilità innaturale, sovrasta una bestia, forse un coccodrillo, tenendogli le fauci aperte con le mani nude.
Lei neppure guarda il rettile, ma si rivolge a qualcuno oltre il colonnato, forse in attesa di un cenno di approvazione. In questa scena, non c’è nulla di dinamico: la lotta è già finita, si è esaurita in un unico gesto deciso e calcolato, come quello di un’atleta.
Una scena pulita, se non fosse per lo sguardo indispettito della bestia, che subisce la schiacciante vittoria della ragione sull’istinto, o dell’ordine sul caos. Più la guardo, più ricorre un pensiero: cosa ha fatto di male il povero coccodrillo?
La Forza, come l’ho voluta interpretare, è sicura di sé, ma manca di autocritica.