XV. Il Diavolo
Non c’è niente di casuale nei Tarocchi: il fatto che il Diavolo segua la Temperanza deve essere una forma di compensazione.
L’inferno che ho disegnato è una città densamente popolata, al centro della quale balla il Diavolo. Immagino il suo spettacolo rumoroso fatto di versi animaleschi e schiocchi di percussioni. Ostenta i suoi sessi e due mazze sormontate da teschi: con una porta la luce sulla scena (è o non è Lucifero?), e con l’altra si percuote. Il suo spettacolo è un richiamo viscerale agli istinti primordiali: fame, sesso, ira, lotta, passione, cupidigia, ma anche una profonda e insaziabile curiosità del mondo.
Accanto al Diavolo, due povere anime, che già si sono lasciate incantare, gli stanno dando le spalle, ostentando un certo disgusto. Stanno lì per avvisarmi: per quanta folla possa radunare e per quanto sia entusiasmante il suo spettacolo, il Diavolo rimane un truffatore che accende la sete di potere e di conoscenza, ma delude le aspettative dei suoi adepti.