VII. Il Carro
Il cocchiere ha l’aspetto di un semidio greco bardato di scudo e lancia, capelli al vento e petto in fuori, ma il suo sguardo tradisce sorpresa: fino ad un attimo fa era così occupato a ostentare, che si era dimenticato di trattenere le briglie dei cavalli, uno nero e uno bianco, talmente agitati che non si capisce se siano festanti o imbizzarriti.
Accigliato, sembra chiedersi: “questa mia cavalcata trionfale, finirà fra i rovi? Uno dei due cavalli avrà la meglio e farà rovinosamente scartare la biga di lato, o troveranno il modo di equilibrare la spinta e di procedere in avanti?”.
Certo, la strada sembra ben lastricata e, alle spalle, la nebbia, o i fumi della battaglia, si stanno allontanando. Quindi, perché non essere ottimisti? Sul mio Carro sfila un vincitore, ne sono certa, anche se deve sbrigarsi a riprendere il controllo, o non potrà trarre vantaggio dalla vittoria che si è appena guadagnato.